Smartworking Srl
Crediamo che tutte le aziende moderne debbano basarsi sul lavoro agile.
Siamo un team che da anni si occupa di progetti di innovazione organizzativa in cui il focus sono le persone e il loro modo di lavorare.
Il nostro scopo è di aiutare le organizzazioni a sfruttare tutto il loro potenziale in modo che siano abitate da professionisti di successo e da persone felici.
Sede operativa
via Copernico, 38
20125 Milano (MI)
02.8239.7463
Settimana Corta: i sondaggi di Smartworking srl
ArticoliLa flessibilità è un tema che ci sta molto a cuore.
Oggi la grande sfida per le organizzazioni è riuscire a far coesistere i bisogni delle persone in termini di flessibilità con le esigenze di produttività e ottimizzazione delle risorse a disposizione.
Noi di Smartworking srl rispondiamo a questa esigenza, fornendo consulenza basata su anni di esperienza e sui progetti che abbiamo condotto in diverse realtà italiane, dal punto di vista culturale, degli spazi e tecnologico.
Nel fare questo, però, resta sempre fondamentale un aspetto: rimanere in ascolto dei bisogni e delle esigenze di flessibilità delle persone. Per questo motivo, sulla nostra pagina Linkedin ogni settimana lanciamo un sondaggio alla nostra community sul tema.
In questo primo articolo della serie, vediamo come le persone preferirebbero l’organizzazione della propria settimana lavorativa e come impiegherebbero quel “nuovo” tempo libero.
Indice dei contenuti
Settimana Corta: il mix ideale
Lo abbiamo detto tante volte: non esiste un unico modello di settimana corta. C’è il classico “100-80-100” (ovvero il 100% del salario per l’80% del tempo lavorativo in cambio del 100% della produttività) che prevede il venerdì libero, ma non è l’unica formula.
Oggi siamo nel campo delle sperimentazioni: ogni azienda che vuole approcciarsi alla flessibilità, deve provare la tipologia più adatta al proprio settore e, soprattutto, alla propria popolazione.
La strategia che suggeriamo in Smartworking Srl – come trovi in questo articolo – è quella di chiarire quali sono gli obiettivi per cui l’organizzazione sta decidendo di procedere con la sperimentazione della settimana corta. A seguire, intervistare le figure chiave dell’azienda e, infine, scegliere i team su cui sperimentare.
Settimana Corta e Day off: destinazione d’uso
Tempo per se stessi e per le proprie passioni: il 34% dei nostri intervistati ha risposto così alla domanda sull’utilizzo del giorno off in caso di settimana corta in azienda.
Nella difficile gestione quotidiana del work-life balance, infatti, tocca spesso scegliere tra lavoro e famiglia, escludendo tutto il resto, passioni ed hobby compresi.
Il “day off” in caso di settimana corta potrebbe essere utilizzato per questo motivo. Secondo posto la famiglia.
Settimana Corta: ostacoli in azienda
La cultura aziendale, intesa come insieme di valori, principi e norme condivisi da tutte le persone dell’organizzazione, resta il maggiore impedimento all’introduzione della settimana corta, secondo la nostra community.
E’ un asset fondamentale dell’azienda, che si costruisce con il tempo ma dovrebbe anche essere flessibile e tenere conto delle evoluzioni e cambiamenti della propria epoca e sapersi adattare. Al secondo posto il management.
Lo Smart Working è sostenibile per il tuo team? – la Guida
Risorse e GuideDa oggi troverai 5 guide “smart”, pratiche e intuitive, che ti affiancheranno nella costruzione di poche e semplici regole al fine di collaborare al meglio con il tuo team ibrido, remoto o in presenza che sia.
“Collaborare al meglio“ può voler dire tante cose lo sappiamo bene, per questo di guide non ce ne sarà soltanto una. Se vuoi rimanere sempre aggiornato iscriviti alla nostra newsletter, CLICCA QUI.
Il tema di oggi è la sostenbilità dello smart working per il tuo team/unit. È veramente possibile misurarla? Continua a leggere!
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La sfida della sostenibilità
Per affrontare al meglio la nuova sfida del lavoro ibrido e aiutare i manager a comprendere come gestire il proprio team in modo efficace e consapevole rispetto alle attività di collaborazione, abbiamo progettato uno strumento che ti permetterà di compiere le scelte più opportune al fine di organizzare il lavoro agile.
Stiamo parlando della collaboration map.
Una vera e propria mappa in grado di aiutarti ad individuare tutte le attività del tuo team e il loro grado di remotizzabilità.
Questo al fine di stabilire, in modo oggettivo, quanti giorni sia necessario essere presenti in ufficio e quanti è possibile lavorare da remoto senza per questo essere meno efficaci. Questo l’obiettivo della guida.
Come leggere la mappa
Grazie alla Collaboration Map tutte le attività del team si collocano in un preciso quadrante.
Nel quadrante 2 della Collaboration Map ci sono le attività “a rischio efficacia”. Cosa vuol dire? Vuol dire che in quanto manager sono quelle a cui dovrai porre maggiore attenzione e per cui è meglio valutarne l’approccio, se quindi:
Le domande da porti
Identifica l’attività e il team coinvolto e poi chiediti:
Alcuni esempi di sostenibilità
Attività di routine che richiedono una collaborazione asincrona. Necessità di confronto bassa o limitata a confronti brevi tra pochi, il livello di innovazione richiesto è minimo in quanto l’attività/processo è consolidata.
Un’attività come quella della riunione settimanale di aggiornamento di un team. Sicuramente si tratta di un’attività che è preferibile svolgere alla presenza di tutti i membri ma rimane valida la possibilità di svolgerla in maniera ibrida. Per facilitare lo svolgimento dell’attività e garantirne la massima efficacia l’ideale è trovare un metodo che aiuti il team a focalizzarsi e contribuire.
Pensiamo alla progettazione di un nuovo servizio/prodotto. Sicuramente si tratta di un’attività che richiede la presenza di tutto il team affinché ognuno possa dare il suo contributo ed esprimere il suo parere. Il livello di focalizzazione e creatività è sicuramente molto alto e la durata del meeting non può essere troppo breve.
Guida per sperimentare la settimana corta in Azienda
Risorse e GuideLa settimana lavorativa di quattro giorni è un argomento di cui si discute sempre di più in Europa e anche in Italia. Alcune aziende stanno iniziando ad adottare questa modalità, anche se rimane ancora una pratica limitata. Tuttavia, il dibattito sulle possibili criticità e vantaggi della settimana corta continua ad essere al centro dell’attenzione.
Nel nostro Paese, la durata della settimana lavorativa si attesta a 40 ore settimanali su cinque giorni, che è inferiore rispetto alla media UE. Alcuni contratti aziendali si stanno spingendo in avanti, prevedendo di articolare la prestazione lavorativa su soli quattro giorni, soprattutto per la conciliazione lavoro/famiglia e per una maggiore valorizzazione dei risultati e del benessere dei dipendenti.
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Cos’è e come si struttura il modello della settimana corta
La settimana lavorativa di 4 giorni è un modello flessibile che si basa sul principio di 100:80:100 ™ – ovvero il 100% del salario per l’80% del tempo lavorativo in cambio del 100% della produttività.
Le aziende che adottano questo modello tendono a ridurre la durata delle riunioni, a utilizzare la tecnologia in modo più ponderato e a progettare la giornata lavorativa in modo da avere periodi distinti per il lavoro concentrato, le riunioni e il tempo sociale.
Lo scopo è quello di ridurre le perdite di tempo dovute alle riunioni inutili, alle tecnologie inefficienti e alle distrazioni. Nonostante questo modello richieda una gestione forte, un buon roster e l’approvazione dei lavoratori, si crede che una versione della settimana lavorativa di 4 giorni basata su 100:80:100™ possa essere applicata in modo generalizzato, portando benefici per i datori di lavoro, i lavoratori, la società e l’ambiente.
I benefici del modello della settimana corta
L’implementazione di una settimana lavorativa di quattro giorni basata sul modello 100:80:100™, può portare diversi benefici per le aziende:
Sperimentazioni della settimana corta in Italia
A oggi, in Italia, sono molte le aziende che hanno implementato il modello di settimana corta. Vediamo di seguito alcuni esempi:
Nelle aziende produttive a ciclo continuo – siderurgico, chimico e metalmeccanico – il discorso cambia.
In Tenaris o Acciaieria Arvedi, ad esempio, la riduzione dell’orario di lavoro viene pagata in parte dai lavoratori (tramite i permessi) e in parte dall’azienda con un costo secco per l’impresa stessa.
Come sperimentare la settimana corta nella tua azienda
La rimodulazione dell’orario di lavoro è possibile grazie ai nuovi sistemi organizzativi e tecnologici che consentono guadagni di produttività e riduzione della fatica del lavoro. Tuttavia, per raggiungere una settimana lavorativa di quattro giorni è necessario un cambiamento culturale e una pianificazione condivisa dell’organizzazione del lavoro.
Da dove partire
Innanzitutto è bene scegliere a quale tipo di modello riferirsi, se il 100:80:100™ o un modello basato sulle possibilità in termini di flessibilità già previste nel contratto di lavoro o dalle leggi in materia di Smart working.
Ogni organizzazione arriva alla scelta del modello in diverse modalità e coinvolgendo diversi stakeholder.
Interviste One-to-One
La strategia che suggeriamo in Smartworking Srl è quella di chiarire quali sono gli obiettivi per cui l’organizzazione sta decidendo di procedere con la sperimentazione della settimana corta.
La prassi che seguiamo è quella di procedere attraverso interviste alle figure chiave dell’azienda in cui vengono chieste le opportunità ma anche i dubbi riguardo alla possibilità del genere.
Scegliere i team su cui sperimentare
Per fare una sperimentazione non è necessario coinvolgere da subito tutta l’organizzazione ma iniziare con alcuni team o aree dell’azienda che risulteranno più pronte dopo un’analisi organizzativa.
La piattaforma Smatrix, ideata e sviluppata da Smartworking Srl, permette di verificare la sostenibilità di ogni team suggerendo il modello di flessibilità più adatto.
Gestione dei team
Alcuni team potranno avere la necessità di mantenere un livello di servizio strettamente legato alla presenza fisica delle persone come ad esempio le filiali aperte al pubblico o di team che offrono assistenza sul posto.
In questo caso si dovranno attivare dei processi che garantiscono la presenza di un numero minimo di persone.
Il nostro Planning tool dà la possibilità ai team di organizzare in trasparenza e di non rinunciare alla flessibilità di spazio. Allo stesso tempo eviterà al manager di dover gestire le presenze dei suoi collaboratori. Il ruolo del manager è quello di stabilire il livello di servizio richiesto e approvare eventuali eccezioni.
Gestione HR e payroll
In molti casi si dovrà procedere ad integrazioni degli accordi tra azienda e lavoratore per poter portare avanti la sperimentazione. Anche l’accordo di lavoro agile può essere uno strumento sufficiente.
Dal punto di vista più gestionale si dovrà stabilire una causale che il lavoratore dovrà scegliere per indicare la giornata di riposo nel caso in cui non sia un giorno prestabilito per tutti come spesso avviene quando le aziende decidono di far coincidere il venerdì.
La piattaforma Smatrix
Smatrix è uno strumento di data intelligence progettato e sviluppato da Smartworking Srl che aiuta le organizzazioni nel cambiamento del modo di lavorare partendo da informazioni accurate e permettendo di impostare iniziative efficaci e sostenibili.
La piattaforma Smatrix è costituito da tre momenti principali:
Questo strumento è stato pensato per le persone del team HR e per il top management che hanno la necessità di capire come vincere la sfida della settimana corta e del lavoro ibrido rendendoli un vantaggio strategico per la propria azienda.
Contattaci – Smartworking Srl
Smartworking Srl è la prima azienda in Italia specializzata in progetti di flessibilità. Forniamo supporto alle organizzazioni nell’introduzione di forme di flessibilità lavorativa, dallo smart working alla short week. La nostra consulenza si basa su anni di esperienza e su centinaia di progetti portati avanti con aziende di tutta Italia.
Il nostro è un approccio globale al cambiamento aziendale, non solo da un punto di vista organizzativo, ma anche culturale, degli spazi e della tecnologia. Per fare ciò, ci avvaliamo di personale altamente qualificato e di strumenti tecnologici all’avanguardia, in grado di accompagnare aziende di ogni settore e grandezza verso le sfide aziendali del futuro.
Lo Smart Working Canvas – la Guida
Risorse e GuideDa oggi troverai 5 guide “smart”, pratiche e intuitive, che ti affiancheranno nella costruzione di poche e semplici regole al fine di collaborare al meglio con il tuo team ibrido, remoto o in presenza che sia.
“Collaborare al meglio“ può voler dire tante cose lo sappiamo bene, per questo di guide non ce ne sarà soltanto una. Se vuoi rimanere sempre aggiornato iscriviti alla nostra newsletter, CLICCA QUI.
Il tema di oggi è lo Smart Working Canvas, il punto di partenza per qualsiasi organizzazione agile.
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Cos’è lo Smart Working Canvas
Lo Smart Working Canvas è uno strumento di cui abbiamo ampiamente parlato nei nostri articoli, webinar e post sui social. Chi ci segue da tempo lo sa bene. Per chi non ha mai sentito questo nome può farsi un’idea leggendo questo articolo introduttivo.
“CANVAS” letteralmente vuol dire “TELA“, un foglio bianco da cui partire per poi disegnare la propria idea, i propri obiettivi e desideri.
Noi di Smartworking, abbiamo ideato il “nostro” Canvas per poter favorire l’allineamento tra i diversi stakeholder su un progetto così articolato come quello di smart working.
Questa pratica ha facilitato molti team a condividere idee e pianificare le azioni chiave per poter affrontare al meglio il tipo di cambiamento che il lavoro agile comporta.
Le aree dello Smart Working Canvas
Area strategica
Ogni progetto ha bisogno di una vision coerente con quella dell’organizzazione (drivers e desire). Allo stesso tempo vengono definiti gli elementi già presenti (strategic pillar) e i success criteria per valutarne l’efficacia in termini di cambiamento.
Area fattibilità
L’analisi delle sfide e delle opportunità (sia a livello culturale che di business) al fine di permettere una lettura sulla fattibilità e sostenibilità del progetto a medio-lungo termine.
Area tattica
Attraverso l’identificazione dei destinatari del progetto e della comunicazione da attivare (su tutta l’organizzazione) vengono quindi definite le azioni chiave per avviare il percorso di cambiamento verso la vision.
Progettazione del workshop
La compilazione del Canvas
Comportamenti Agili – la Guida
Risorse e GuideDa oggi troverai 5 guide “smart”, pratiche e intuitive, che ti affiancheranno nella costruzione di poche e semplici regole al fine di collaborare al meglio con il tuo team ibrido, remoto o in presenza che sia.
“Collaborare al meglio“ può voler dire tante cose lo sappiamo bene, per questo di guide non ce ne sarà soltanto una. Se vuoi rimanere sempre aggiornato iscriviti alla nostra newsletter, CLICCA QUI.
Il focus di oggi sono i comportamenti, comportamenti agili più precisamente che chi guida un team deve sempre tenere ben presenti.
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Premessa
Questa mini guida vuole offrire un supporto nel comprendere quali sono i 5 muscoli che un manager dovrà osservare e tenere sempre allenati all’interno del proprio team.
Parole come collaborazione, autonomia e comunicazione diventano cruciali per essere un team agile e vincere le sfide di un nuovo modo di lavorare.
I 5 comportamenti
Collaborazione da remoto
Collaborare in maniera efficace anche da remoto, mostrando ascolto nei confronti dell’interlocutore e disponibilità a condividere le informazioni.
Costumer Focus
Orientamento al cliente sia interno che esterno. Focalizzarsi sui problemi del cliente ascoltandolo e facendo le domande appropriate senza preconcetti, conducendolo ad una soluzione sostenibile.
Pianificazione e Organizzazione
Pianificare dandosi obiettivi a breve e lungo termine utilizzando in maniera adeguata gli strumenti a disposizione.
Autonomia e Problem solving
Essere indipendenti rispetto all’organizzazione sul proprio lavoro e sulle problematiche da affrontare nel proprio ruolo, risolvendo situazioni in autonomia e in collaborazione per quelle più complicate.
Comunicazione
Comunicare in maniera chiara ed efficace sia in modalità testuale che verbale utilizzando le modalità e gli strumenti più corretti per ogni comunicazione.
LAVORO FULL REMOTE, RISPONDE L’AVVOCATO
ArticoliCosa vuol dire lavorare full remote? E quali sono le implicazioni fiscali e previdenziali?
Paola Salazar, Avvocato Giuslavorista e Legal Advisor di Smartworking srl, ha analizzato il fenomeno per la terza uscita del format – “Le risposte Agili dell’avvocato”. L’argomento è ampio ed interessante, nelle prossime puntate approfondiremo le diverse tematiche relative alla sicurezza, previdenza e l’ambito fiscale. Gli iscritti alla nostra newsletter ricevono ogni mese in anteprima la rubrica con le nuove domande e risposte. Se non sei iscritto, clicca qui:
Diversamente, abbiamo deciso di raggruppare anche qui le tematiche affrontate in una serie di articoli. Se ti sei perso la prima uscita clicca qui!
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Lavoro Full Remote e Nomadi Digitali
Dopo la pandemia – o complice la pandemia – si è diffuso soprattutto tra i giovani e con sempre maggiore insistenza il fenomeno del lavoro “full remote”. Ossia di attività di lavoro svolte in via esclusiva da remoto con forme di telelavoro oppure, molto più facilmente, con accordi di lavoro agile personalizzati che prevedano pochissimi rientri in azienda. Si tratta di ipotesi di lavoro ancora circoscritte, una volta appannaggio quasi esclusivo di lavori autonomi freelance, ma in lenta e consistente crescita anche nell’ambito del lavoro subordinato.
Si tratta di un fenomeno da guardare con molta attenzione, si pensi ad esempio ai nomadi digitali, ossia a coloro che scelgono – soprattutto nei primi anni della loro vita lavorativa, quando gli impegni familiari non sono ancora pressanti – di lavorare in forma full remote in giro per il mondo, favoriti spesso da favorevoli legislazioni fiscali. Tra i giovani sta diventando una vera e propria nuova filosofia di vita.
Il lavoro resta importante, ma non sembra occupare più il primo posto in quella che è la previsione del proprio cammino di vita. E non si tratta di un sentimento presente solo tra chi può vantare scolarità elevata. Sicuramente è richiesta una certa formazione di base e specialistica così come la possibilità di svolgere un lavoro intellettuale, creativo o ad alta specializzazione tecnica.
Si tratta di requisiti il più delle volte indispensabili per sposare questa nuova tendenza, ma non esclusivi. La semplice disponibilità di un collegamento remoto e di un pc agevolano questa forma di lavoro anche per attività di natura più routinaria. Come ad esempio molte delle attività di back office o di natura amministrativa che possono essere gestite senza necessità di una presenza fisica in un ufficio.
È importante chiedersi: è la soluzione per dare una risposta al desiderio di un maggiore equilibrio vita-lavoro? Può essere la strada per dare significato al senso di insoddisfazione che sembra caratterizzare il lavoro negli ultimi anni, tanto da influire anche sul fenomeno delle grandi dimissioni?
Implicazioni Fiscali e Contributive
Oltre agli innumerevoli aspetti positivi che il lavoro full remote porta con sé, vediamo qualche punto di attenzione da valutare prima di intraprendere questa strada:
Il rischio di isolamento è sempre stata la preoccupazione maggiore nel dibattito sulla regolamentazione del telelavoro fin dalla sua nascita più di venti anni fa. Sarebbe meglio regolare questi accordi, anche in chiave innovativa prevedendo forme di lavoro ibrido – ove possibile. Magari adottando meccanismi di alta flessibilità organizzativa nella gestione dei tempi di lavoro, come quelli connessi con le sperimentazioni della settimana corta (trovi l’articolo di approfondimento QUI) che si stanno sempre più diffondendo.
Vi sono poi importanti implicazioni fiscali che vanno comunque prese in considerazione, considerato ad esempio che le norme fiscali richiedono sempre il pagamento delle imposte nel luogo in cui si produce il reddito. Luogo che potrebbe anche non coincidere con il paese che viene considerato anche dal punto di vista fiscale come il centro principale degli interessi. E che non sempre è possibile gestire il conflitto tra diversi regimi di imposizione fiscale con le convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni.
Ma vi è di più: quando si lavora in un paese estero per conto di un’organizzazione che ha sede in un altro paese, le implicazioni fiscali connesse alla costituzione di una stabile organizzazione e ai connessi obblighi di fiscalità internazionale sono molteplici e complesse.
Non solo, anche dal punto di vista previdenziale alcuni paesi – soprattutto in ambito extra-europeo – richiedono il pagamento dei contributi sul proprio territorio fin dal primo giorno di soggiorno e di lavoro.
Inoltre, le nuove generazioni hanno poca propensione a valutare soprattutto all’inizio della carriera il proprio futuro previdenziale. L’essere un nomade digitale full remote potrebbe portare il rischio di frammentazione della propria posizione previdenziale. Il che potrebbe comportare rilevanti conseguenze nel momento in cui a fine carriera si volessero valorizzare in un assegno pensionistico i contributi pagati in giro per il mondo. Eventualità non sempre scontata o possibile se non si sia accumulato un numero di giornate utili ai fini previdenziali, tali da determinare positive conseguenze in termini di pensione.
I punti di attenzione sono molteplici ed è importante conoscerli. Non devono essere di ostacolo alla sperimentazione di sempre nuovi modelli di organizzazione del lavoro che rispondano alla crescente richiesta di flessibilità, soprattutto da parte delle nuove generazioni.
Ci vediamo alla prossima uscita!